l’elaborazione dell’associazione adapt: come districarsi nella giungla di fondi
La mappa d’Italia degli incentivi ai giovani
Regione per regione, per sfidare la crisi
Regione per regione, per sfidare la crisi
Tiraboschi: «Troppe sovrapposizioni tra Stato ed enti locali e il rischio di dissipare le risorse». Ma la youth guarantee...
In Abruzzo
stanno provando a fare «goal»(giovani opportunità per attività lavorative) con
incentivi all’imprenditorialità per i giovani fino a 35 anni. A Bolzano hanno
appena introdotto uno dei capisaldi della Youth Guarantee di estrazione
nordica, la mobilità: «I disoccupati under 30 sono obbligati a prescindere
dalla residenza ad accettare qualsiasi attività lavorativa in Alto Adige». In
Calabria provano a mitigare la «desertificazione industriale» con delle «borse
lavoro» destinate alle imprese «per integrare il salario dei dipendenti
erogando loro formazione continua».
LE RISORSE - L’Emilia Romagna è la più generosa: un
fondo da 20 milioni di euro per la stabilizzazione dei lavoratori con incentivi
fino a 12mila euro per le aziende che trasformano un contratto precario in
assunzione a tempo indeterminato. In Friuli la dicitura chiave sembra essere «a
fondo perduto», come i finanziamenti alle imprese che assumono soggetti ad
elevata qualificazione professionale, e fondi ai giovani per l’avvio di
iniziative imprenditoriali. Il Lazio gioca d’anticipo perché ha introdotto dei
voucher di 10 euro acquistabili dalle aziende che utilizzano giovani lavoratori
residenti nella regione: valgono come contribuzione previdenziale aggiuntiva. E
sta provando a sostenere le professioni con incentivi alla aziende che si
avvalgono della consulenza di giovani professionisti under 35.
LO SCENARIO - Nell’Italia afflitta da una
disoccupazione giovanile a doppia cifra abbiamo provato a fare il punto - con
l’aiuto dell’associazione Adapt fondata da Marco Biagi attiva in studi e
ricerche sul lavoro - su tutti e i bandi e le iniziative regionali che hanno
come obiettivo quello di creare occupazione (qui troverete in formato pdf tutti
i programmi divisi per regione con tanto di link correlati per inoltrare
domande e curricula). Una premessa doverosa: la materia è così
complessa e disorganica che sarà ovviamente sfuggito qualcosa anche per la
difficoltà di accedere alle informazioni, segnala Francesca Fazio, ricercatrice
di Adapt e curatrice del documento: «Alcuni siti regionali non permettono
all’utente di avere un quadro chiaro e immediato degli incentivi disponibili e
dei criteri di eleggibilità per ottenerli». Eppure può essere un interessante
caleidoscopio (qui la mappa interattiva con i bandi principali)
per capire come le Regioni si stanno adoperando per mitigare gli effetti della
Grande Crisi.
I MODELLI - Dice Michele Tiraboschi, coordinatore
del gruppo di studio Adapt e docente di diritto del lavoro all’università di
Modena e Reggio Emilia, come le linee di intervento delle regioni possono
essere sintetizzate in quattro direttrici: «Incentivi all’auto-imprenditorialità
e alle startup, contributi alle imprese per la stabilizzazione dei lavoratori,
finanziamenti per stage, tirocini, contratti di apprendistato, risorse per
programmi formativi come master e dottorati da effettuare nelle università».
Lodevoli intenti declinati in bandi diffusi capillarmente su tutto il
territorio nazionale e attuati soprattutto con i fondi dell’Unione europea.
Eppure - al netto dei tentativi - il rischio è di inutili sovrapposizioni fra
le iniziative decise dallo Stato centrale e le ambizioni delle regioni.
I PROBLEMI - Rileva Tiraboschi: «Spesso
l’informazione dell’apertura dei bandi non arriva ai potenziali destinatari.
Pochi sanno che cosa le regioni hanno deciso per creare occupazione, i
programmi sono spesso nascosti tra le pieghe dei portali». Così il corollario è
che le iniziative - spesso frammentate in decine di microinterventi e tradotte
in norme legate a regolamenti e direttive regionali - non trovino effettiva
applicazione perché la domanda - che pure è alta - non viene sostanzialmente
raggiunta. Un caso scuola è quello della Basilicata dove sono state bandite
borse di 10mila euro per giovani ricercatori. Peccato che i tempi per
presentare la domanda erano così ristretti che in sostanza se ne sono accorti in
pochi.
LA STAFFETTA - Eppure le idee non mancano: ad esempio
Campania, Lombardia ed Emilia Romagna hanno scommesso sulla «staffetta
generazionale» con il sostegno del programma «Welfare to work» di Italia
Lavoro: s’incentiva il lavoratore in avvicinamento all’età pensionabile ad
accettare un part- time (con il riconoscimento contestuale dei contributi
figurativi) in cambio dell’assunzione di un giovane . O ancora: la regione
Marche ha ideato un «Creative ground Contest» con il quale vengono finanziate idee
imprenditoriali in ambito culturale. In Liguria invece legano gli incentivi
alla riscoperta dei mestieri e dell’artigianato. Obiettivo: «La riscoperta dei
settori produttivi tipici della nostra terra».
LA YOUTH GUARANTEE - Peccato che anche i propositi migliori
vengano attenuati da questa parcellizzazione degli interventi. Dice Tiraboschi
che la panacea può essere la Youth Guarantee su cui il ministro Giovannini ha
aperto il cantiere da qualche mese: «Perché introduce una regia centrale delle
iniziative, scommette sulla formazione e sulle politiche attive». Altrimenti i
pezzi sono talmente tanti che il mosaico non si chiude mai.
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