lunedì 27 gennaio 2014

L'importanza della Memoria e la necessità di prendere coscienza di eventi contemporanei che riguardano i diritti dell'uomo, le privazioni, la povertà.....

Il Circolo del Partito Democratico di Coreno Ausonio ricorda la Shoah pubblicando l'intervista rilasciata oggi (27.01.2014) dalla scrittrice Lizzie Doron (nata a Tel Aviv nel 1953) al quotidiano La Repubblica.  Un'intervista che ci invita a studiare gli eventi della Shoah per avere una coscienza completa e a contestualizzare....

(foto di archivio)
 
Il difficile senso della memoria sulla Shoah

 

Ospitiamo un contributo della scrittrice israeliana, in Italia per una serie di incontri sull'Olocausto: "Non posso che constatare come questa mutazione della memoria abbia completamente seppellito quelle testimonianze intime, genuine, dolenti, anche sarcastiche che ho vissuto da bambina"

di LIZZIE DORON


27 gennaio 2014


PER RICORDARE abbiamo avuto bisogno di una legge. Il giorno della memoria in Israele è stato sancito dal parlamento nel 1959 dopo una battaglia pubblica condotta dai sopravvissuti. "In questo giorno," recita la legge "si rispetteranno in tutti i luoghi del paese due minuti di silenzio, si terranno iniziative e cerimonie, le bandiere saranno a mezz'asta, i locali di svago chiusi, i programmi della radio saranno dedicati all'argomento". Il giorno della memoria internazionale è stato decretato dall'Onu nel 2005 con una risoluzione che richiama al ricordo della Shoah in modo che altri genocidi non possano più essere perpetrati in futuro. Come tutte le leggi, anche queste devono essere applicate. Ma come?

Nei primi anni dello Stato d'Israele il problema non si poneva, dal momento che la Shoah era rimossa dalla coscienza collettiva del paese che amava piuttosto farsi suggestionare dalla potenza di Tzahal, il nostro "Esercito per la difesa di Israele" che forse era anche un "Esercito per la terapia di gruppo di Israele". I sopravvissuti, la loro debolezza, il loro essersi arresi e fatti deportare nei campi "come pecore al macello", questo era d'intralcio per un paese appena nato, che voleva essere forte, che avrebbe dovuto combattere e che desiderava far sorgere un nuovo ebreo indipendente dalle polveri della diaspora. I soldati invece erano belli, giovani e pieni di vita e ardore per il futuro.

Ricordo bene come li ammirassi da bambina, una bambina che viveva in un quartiere di sopravvissuti e che da lì sognava di fuggire per raggiungere qualche kibbutz. Un quartiere dove la memoria era relegata ai sussurri notturni delle donne nei cortili, alla follia di Djusia, la nostra vicina, che raccontava solo al suo cane di come si fosse costretta a sorridere mentre uccidevano sua madre, pensando, povera bambina, che così non si sarebbero accorti che era ebrea; o ai silenzi di mia madre che ad ogni domanda rispondeva: "Io penso ai morti, te pensa ai vivi". E queste parole rimangono fino ad oggi in me come una domanda su come gestire la memoria.

In seguito al processo Eichmann, all'esposizione pubblica e dirompente della Catastrofe, il ricordo della Shoah ha iniziato un nuovo percorso inarrestabile, ramificatosi in molte direzioni, gonfiandosi sempre di più, portando le sofferenze e le immagini dei sopravvissuti al centro dell'immaginazione collettiva, fino a conquistarsi un posto fondante nell'identità degli israeliani.

Il giorno della memoria è diventato il simbolo e l'apice di questo processo fatto di cerimonie pubbliche, programmi educativi, comitive ad Auschwitz, discorsi, programmi radio e TV, canti e poesie, libri e film, un coinvolgimento generale che a tratti farebbe pensare a una vera e propria industria della memoria - nella quale si possono trovare cose positive e costruttive ed altre banali e retoriche.

Anche se sono abituata a cercare sempre il lato buono delle cose, non posso che constatare come questa mutazione della memoria abbia completamente seppellito quelle testimonianze intime, genuine, dolenti, anche sarcastiche che ho vissuto da bambina nel mio quartiere, ed è pungente la sensazione che nient'altro potrà mai eguagliare la testimonianza di quelle persone che portavano avanti la propria memoria nella solitudine delle proprie case, nell'ombra dei cortili. Per questo insisto forse a parlare solo di loro nei miei libri.

Ma questo significa forse che dovremmo dire: "Aboliamo il giorno della memoria!" o "Sono contro il giorno della memoria!". Non credo. Per diversi motivi.

Il primo sono i giovani, gli studenti che si affacciano al mondo e alle riflessioni sul mondo. Penso che essi meritino di poter affrontare lo studio della Shoah, come punto di partenza per prendere coscienza di temi decisivi come la presenza del male nel mondo, i diritti umani, la libertà di pensiero. Essi sono vergini rispetto alle tematiche della memoria, ogni generazione è anche una nuova possibilità di rimodellare e migliorare il nostro modo di fare memoria.

Questo ci porta a un secondo motivo, più filosofico. Penso che il senso della vita di un essere umano sia quello di migliorarsi, di studiare, di sfidare se stesso, di progredire; dunque cancellare una questione difficile - come il fare memoria appunto - non può essere una soluzione, ma è solo una mancanza di responsabilità e una rinuncia al senso della nostra esistenza.

Un terzo motivo è il valore che voglio comunque dare alla collettività. Il giorno della memoria mette in gioco moltissime persone, anzi, cittadini; essi sono tutti coinvolti in un progetto comune il cui significato di fondo è nobile e può essere costruttivo. So per esperienza che moltissime di queste persone sono mosse da sentimenti puri e un limpido desiderio di confrontarsi. Credo che non dovremmo frustrare questo sforzo collettivo, nonostante i rischi di banalizzazione e sacralizzazione della memoria.

Tuttavia si pone la domanda: come rendere costruttivo, sensato, attuale il giorno della memoria? Non ho una risposta a questo, ma solo alcuni pensieri.

Il primo è lo studio. Al ricordo, alla cerimonia, alla commozione deve essere sempre fatto precedere uno studio, poiché non c'è niente di più vacuo e transitorio di una celebrazione emotiva priva di una profonda conoscenza e comprensione della Storia. Nessuno sviluppo della memoria è possibile senza conoscenza.

Credo poi che oggi si debba trovare il coraggio e la saggezza per accostare al ricordo della Shoah lo studio e la presa di coscienza di eventi contemporanei che toccano il tema dei diritti dell'uomo, delle privazioni, della povertà, ogni tema che veda l'umanità soccombere in qualsiasi luogo del mondo. Ricordare i morti, ma pensare anche ai vivi.

E' forse è per questo che continuo a scomporre tutto l'apparato costruito intorno alla memoria che mi separa dalle parole, gli sguardi, i gesti di quei sopravvissuti che ho conosciuto da bambina - per poter ritornare a mia madre e chiederle: "Mamma, come si fa a pensare ai vivi?".

Scrivendo, mi viene in mente che parecchi anni fa un editor mi disse: "Lizzie, peccato che con le tue capacità scrivi solo di Shoah, la Shoah non vende, dovresti scrivere una storia d'amore".

Se lo dovessi rincontrare oggi, gli direi: "Avevi torto, la Shoah vende...". Ma questo non significa che non vorrei tanto poter scrivere una storia d'amore.

Lizzie Doron è nata a Tel Aviv nel 1953. In Italia i suoi romanzi sono pubblicati dalla Casa Editrice Giuntina: 'Perché non sei venuta prima della guerra?', 'C'era una volta una famiglia', 'Giornate tranquille', 'Salta, corri, canta'. Ad aprile uscirà il nuovo romanzo 'L'inizio di qualcosa di bello'. In questi giorni è in Italia per tenere delle conferenze sulla Memoria.

 

Fonte: La Repubblica 27.01.2014.

 

 

mercoledì 22 gennaio 2014

La mappa d’Italia degli incentivi ai giovani. Regione per regione, per sfidare la crisi.

 
 

l’elaborazione dell’associazione adapt: come districarsi nella giungla di fondi

La mappa d’Italia degli incentivi ai giovani
Regione per regione, per sfidare la crisi

Tiraboschi: «Troppe sovrapposizioni tra Stato ed enti locali e il rischio di dissipare le risorse». Ma la youth guarantee...
 
 
 
 

l’elaborazione dell’associazione adapt: come districarsi nella giungla di fondiLa mappa d’Italia degli incentivi ai giovani
Regione per regione, per sfidare la crisi
Tiraboschi: «Troppe sovrapposizioni tra Stato ed enti locali e il rischio di dissipare le risorse». Ma la youth guaraIIIn Abruzzo stanno provando a fare «goal»(giovani opportunità per attività lavorative) con incentivi all’imprenditorialità per i giovani fino a 35 anni. A Bolzano hanno appena introdotto uno dei capisaldi della Youth Guarantee di estrazione nordica, la mobilità: «I disoccupati under 30 sono obbligati a prescindere dalla residenza ad accettare qualsiasi attività lavorativa in Alto Adige». In Calabria provano a mitigare la «desertificazione industriale» con delle «borse lavoro» destinate alle imprese «per integrare il salario dei dipendenti erogando loro formazione continua».




 

LE RISORSE - L’Emilia Romagna è la più generosa: un fondo da 20 milioni di euro per la stabilizzazione dei lavoratori con incentivi fino a 12mila euro per le aziende che trasformano un contratto precario in assunzione a tempo indeterminato. In Friuli la dicitura chiave sembra essere «a fondo perduto», come i finanziamenti alle imprese che assumono soggetti ad elevata qualificazione professionale, e fondi ai giovani per l’avvio di iniziative imprenditoriali. Il Lazio gioca d’anticipo perché ha introdotto dei voucher di 10 euro acquistabili dalle aziende che utilizzano giovani lavoratori residenti nella regione: valgono come contribuzione previdenziale aggiuntiva. E sta provando a sostenere le professioni con incentivi alla aziende che si avvalgono della consulenza di giovani professionisti under 35.

LO SCENARIO - Nell’Italia afflitta da una disoccupazione giovanile a doppia cifra abbiamo provato a fare il punto - con l’aiuto dell’associazione Adapt fondata da Marco Biagi attiva in studi e ricerche sul lavoro - su tutti e i bandi e le iniziative regionali che hanno come obiettivo quello di creare occupazione (qui troverete in formato pdf tutti i programmi divisi per regione con tanto di link correlati per inoltrare domande e curricula). Una premessa doverosa: la materia è così complessa e disorganica che sarà ovviamente sfuggito qualcosa anche per la difficoltà di accedere alle informazioni, segnala Francesca Fazio, ricercatrice di Adapt e curatrice del documento: «Alcuni siti regionali non permettono all’utente di avere un quadro chiaro e immediato degli incentivi disponibili e dei criteri di eleggibilità per ottenerli». Eppure può essere un interessante caleidoscopio (qui la mappa interattiva con i bandi principali) per capire come le Regioni si stanno adoperando per mitigare gli effetti della Grande Crisi.


I MODELLI - Dice Michele Tiraboschi, coordinatore del gruppo di studio Adapt e docente di diritto del lavoro all’università di Modena e Reggio Emilia, come le linee di intervento delle regioni possono essere sintetizzate in quattro direttrici: «Incentivi all’auto-imprenditorialità e alle startup, contributi alle imprese per la stabilizzazione dei lavoratori, finanziamenti per stage, tirocini, contratti di apprendistato, risorse per programmi formativi come master e dottorati da effettuare nelle università». Lodevoli intenti declinati in bandi diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale e attuati soprattutto con i fondi dell’Unione europea. Eppure - al netto dei tentativi - il rischio è di inutili sovrapposizioni fra le iniziative decise dallo Stato centrale e le ambizioni delle regioni.

I PROBLEMI - Rileva Tiraboschi: «Spesso l’informazione dell’apertura dei bandi non arriva ai potenziali destinatari. Pochi sanno che cosa le regioni hanno deciso per creare occupazione, i programmi sono spesso nascosti tra le pieghe dei portali». Così il corollario è che le iniziative - spesso frammentate in decine di microinterventi e tradotte in norme legate a regolamenti e direttive regionali - non trovino effettiva applicazione perché la domanda - che pure è alta - non viene sostanzialmente raggiunta. Un caso scuola è quello della Basilicata dove sono state bandite borse di 10mila euro per giovani ricercatori. Peccato che i tempi per presentare la domanda erano così ristretti che in sostanza se ne sono accorti in pochi.

LA STAFFETTA - Eppure le idee non mancano: ad esempio Campania, Lombardia ed Emilia Romagna hanno scommesso sulla «staffetta generazionale» con il sostegno del programma «Welfare to work» di Italia Lavoro: s’incentiva il lavoratore in avvicinamento all’età pensionabile ad accettare un part- time (con il riconoscimento contestuale dei contributi figurativi) in cambio dell’assunzione di un giovane . O ancora: la regione Marche ha ideato un «Creative ground Contest» con il quale vengono finanziate idee imprenditoriali in ambito culturale. In Liguria invece legano gli incentivi alla riscoperta dei mestieri e dell’artigianato. Obiettivo: «La riscoperta dei settori produttivi tipici della nostra terra».

LA YOUTH GUARANTEE - Peccato che anche i propositi migliori vengano attenuati da questa parcellizzazione degli interventi. Dice Tiraboschi che la panacea può essere la Youth Guarantee su cui il ministro Giovannini ha aperto il cantiere da qualche mese: «Perché introduce una regia centrale delle iniziative, scommette sulla formazione e sulle politiche attive». Altrimenti i pezzi sono talmente tanti che il mosaico non si chiude mai.

 Articolo Pubblicato sul Corriere della Sera del 22.01.2014.

martedì 21 gennaio 2014

Con Nicola Zingaretti sconti per i giovani che usufruiscono del trasporto pubblico !


  1. Ogni giorno tanti giovani usano i mezzi pubblici per andare a scuola, all’università o al lavoro. Abbiamo deciso di aiutare i ragazzi e le loro famiglie, con sconti sull’abbonamento. Ecco tutte le informazioni http://www.nicolazingaretti.it/blog/sconti-tpl/
Nicola Zingaretti


21 gennaio 2014 - Trasporto pubblico: ecco gli sconti per i giovani che hanno meno di 30 anni. In questo modo aiutiamo le famiglie e i giovani pendolari della nostra Regione che ogni giorno usano i mezzi pubblici per andare a scuola, all’università o al lavoro. Ecco tutte le informazioni

Ogni giorno sono tanti i giovani che usano i mezzi pubblici per andare a scuola, all’università o al lavoro. Per tante famiglie, però, affrontare il costo dell’abbonamento è un problema.
Per questo abbiamo deciso di dare un aiuto concreto ai pendolari, alle famiglie, ai più giovani. Abbiamo attivato infatti le agevolazioni sulle tariffe del trasporto pubblico, con un investimento di 12 milioni di euro.
Come funzionano le agevolazioni?
Sconti a partire dal 50% per i giovani sotto i 30 anni. E con un reddito ISEE inferiore a 20.000 euro. Gli sconti riguarderanno l’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico regionale su ferro e su gomma, come ad esempio la tessera annuale Metrebus.
Sconti fino al 70% e al 90% nel caso di particolari condizioni familiari o di disagio sociale. Un esempio? Il caso in cui l’intestatario dell’abbonamento o un componente del suo nucleo familiare presenti handicap gravi. Queste agevolazioni valgono anche nel caso di orfani.
Sconti del 70% per studenti meritevoli e studenti lavoratori. Per sostenere i ragazzi che si sono distinti per il loro impegno scolastico e quelli che conciliano lo studio con il lavoro.
Oltre a essere una boccata di ossigeno per tantissimi giovani, questo provvedimento rappresenta anche un incentivo a usare il trasporto pubblico difendendo l’ambiente e diminuendo il traffico.

Coreno Ausonio – Il circolo PD esamina le proposte sul lavoro e legge elettorale e scrive a Matteo Renzi.

         
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Ieri (Domenica 19 gennaio 2014) si è tenuta una riunione partecipata e interessante degli iscritti e simpatizzanti del circolo del Partito Democratico ed è stata l’occasione per esaminare le proposte di Renzi sul Lavoro (Job Act), la riforma elettorale e programmare iniziative politiche per i prossimi mesi.

I lavori sono stati aperti dal segretario del circolo PD di Coreno, Mario Costanzo, che ha illustrato le 8 proposte di Renzi per rilanciare il lavoro e precisamente : 1) Nuovo codice del lavoro più semplice, riduzione delle forme contrattuali e contratto d’inserimento a tempo indeterminato con tutele crescenti; 2) Assegno universale per chi perde il posto di lavoro; 3) Riduzione Tasse si riducono a chi produce lavoro e si aumentano a chi opera nella finanza; 4) Riduzione della Spesa corrente per ridurre le tasse sul lavoro; 5) No ai dirigenti a tempo indeterminato; 6) Nuova legge sulla rappresentatività dei Sindacati e sindacati eletti dai lavoratori direttamente nei Cda delle grandi aziende; 7) Riduzione costi energia; 8) puntare sulla Cultura, Turismo, Green economy, edilizia, manifattura etc.

A seguire diversi interventi nei quali si è rimarcata la positività con Renzi di mettere al centro dell’agenda politica italiana il lavoro e di tassare meno chi produce lavoro e di più chi si muove in ambito finanziario ma nello stesso tempo si è deciso di inviare alcune riflessioni emerse al Segretario Nazionale Renzi. Sul tema lavoro i democratici corenesi pur apprezzando le idee del segretario invitano quest’ultimo ad inserire nel piano misure concrete per alleggerire il costo del lavoro, eliminare la precarietà già da subito effettuando controlli seri sull’uso del lavoro interinale e vista l’importanza del tema avviare tramite le rappresentanze territoriali prov.li e regionali del partito momenti di confronto anche con i riferimenti istituzionali prima di procedere. Anche sulla riforma elettorale in diversi interventi è stata rimarcata la forzatura nel modello che si va prefigurando della permanenza delle miniliste bloccate (pur consapevoli delle storture delle preferenze) e la maggior parte preferirebbe il modello uninominale o il modello del Sindaco d’Italia, modelli che garantiscono la territorialità degli eletti e la governabilità. Poi, si chiede al Segretario nel riformare il titolo V della Costituzione oggetto di discussione di far tornare le Regioni al loro ruolo di natura legislativa e non come oggi a organi di gestione i cui danni sono sotto gli occhi di tutti, così come imprimere dal livello nazionale agli enti sotto ordinati Regione, Province e Comuni l’eliminazione immediata di tutti gli enti intermedi “fotocopia” che nulla producono e che costano.

Poi, spazio anche alla programmazione di iniziative politiche a livello locale, prossimamente si terrà un’iniziativa sull’importanza dell’Europa e si cercherà di informare i cittadini sui nuovi bandi 2013 presentati nelle scorse settimane dal Presidente Regione Lazio, On. Nicola Zingaretti e sulla sperimentazione della programmazione 2014-2020 dei fondi UE.

Il Segretario Mario Costanzo ha rimarcato che il circolo PD di Coreno pur avendo sostenuto Renzi alle primarie è un circolo che non da deleghe in bianco, anzi discute e prova ad elaborare proposte e a creare momenti d’informazione come sarà a breve quello sull’Europa.

Fonte : www.tg24.info - 20.01.2014.

domenica 19 gennaio 2014

Fondati i nostri rilievi sul marciapiede stretto di via IV Novembre ! Oltre 110mila euro per i lavori.


Prima di Natale con un tazebao pubblico affisso in Piazza Umberto I ci siamo interrogati su quale fosse l'utilità del marciapiede di via IV Novembre per come si stavano realizzando i lavori.

Si sta realizzando un marciapiede stretto che andrà a ridurre la carreggiata e che creerà problemi al regolare transito delle autovetture. Eppure in quel tratto il PRG (Piano regolatore generale) prevedeva la possibilità di fare allargamenti. Come mai non sono stati eseguiti?

Non avendo ricevuto alcuna risposta, il 15 gennaio 2014 abbiamo esposto nuovamente i nostri dubbi sull'opera e rilevato l'assenza totale di cartellonistica obbligatoria per legge indicante l'importo dei lavori, il direttore dei lavori, l'inizio e la fine etc...... Il Sindaco e l'amministrazione non hanno risposto pubblicamente ma nei giorni successivi hanno fatto affiggere la cartellonistica mancante e quindi hanno confermato la fondatezza dei nostri rilievi.


FOTO 1
DEI LUOGHI DOVE SI STANNO ESEGUENDO I  LAVORI PRIMA DEL NS. INTERVENTO.


FOTO 2
SCATTATA IL 17.01.20014 SUCCESSIVA AL NS. INTERVENTO CON LA CARTELLONISTA AFFISSA.


L'amarezza è che si spendono soldi pubblici per eseguire un marciapiede stretto che non assolve alle sue funzioni e che riduce la carreggiata creando problemi alla circolazione. Infine, i lavori si realizzando non rispettando obblighi di legge e in assenza di trasparenza.

Coordinamento Circolo "A. Moro" Partito Democratico di Coreno Ausonio.